sábado, 1 de noviembre de 2014

Roma: Evo Morales e il futuro del mondo

 
 Presidente boliviano a Roma 

Manlio Di Stefano* «Nella cultura occidentale, chi viene eletto pensa immediatamente a come guadagnare denaro. A quale impresa esigere il 10%, il 15%, in cambio del privatizzare questo o quello; sono quelle che chiamate tangenti. Ma se guardiamo alla nazione come una famiglia, e la famiglia per noi è molto importante, questo tipo di autorità non risponde alle esigenze della famiglia, di quella famiglia che è la Bolivia. La nostra
cultura, le comunità indigene, si muovono su altre basi. I nostri principi si basano sul ‘ama sua, ama llulla, ama qh’ella‘, che in lingua aymara significa non rubare, non mentire e non battere la fiacca. [...] Le nostre politiche oggi sono orientate contro quel modello economico, a recuperare la dignità della Patria, a favorire l’uguaglianza tra i boliviani.

 E poi c’è un altro tema di fondo, quello della madre terra, della Pachamama. Noi popoli indigeni crediamo di dover vivere in armonia e difendere la madre terra. Risorse naturali come l’acqua, che il capitalismo considera una merce, noi invece le consideriamo un diritto umano.»
 
Avete mai sentito queste parole? Sono di quella persona in foto tra me e Alessandro Di Battista ovvero Evo Morales, Presidente della Bolivia dal 2006, appena rieletto col 61% dei voti.
Oggi abbiamo avuto il piacere di incontrarlo in seduta privata su sua personale richiesta.

Il Presidente, infatti, ha chiesto di vederci come primo (e forse unico) gruppo politico della sua visita in Italia perché riconosce, nel
‪#‎M5S‬, le stesse finalità del suo partito, il MAS.

Una su tutte la necessità di contrastare l’imperialismo che schiaccia i popoli per riappropriarsi della sovranità monetaria, alimentare ed energetica.

Dall’ambasciatore ha conosciuto anche il nostro interessamento alle nuove realtà sudamericane come l’accordo di collaborazione “ALBA”, tra i Paesi dell’America meridionale, che noi vediamo come modello per un’eventuale alleanza tra i paesi del Sud Europa.

La prima cosa che ha fatto Morales è stata nazionalizzare il settore energetico (petrolio e gas) e allontanare dal paese le grandi multinazionali nordamericane che sfruttavano il territorio.

Un flusso di denaro che ha consentito al governo di investire più risorse in programmi sociali e infrastrutture pubbliche. Nello stesso periodo, il pil del Paese è triplicato, il pil pro capite è più che raddoppiato e il salario minimo è triplicato.

La politica statalista di Morales non ha però scoraggiato gli investimenti stranieri che sono aumentati.

Ma la rivoluzione vera è quella sociale, la rivoluzione della normalità come la chiamiamo noi. Niente formalità, niente apparenza, tutta spontaneità e programmazione per il futuro.

Gli abbiamo raccontato la storia del MoVimento 5 Stelle, ovviamente non sapeva tutto ed è rimasto estremamente colpito dal percorso comune che abbiamo fatto fondato su partecipazione diretta, rifiuto dei privilegi, dei soldi e delle strutture verticistiche.

Ah dimenticavo, ci accomuna un’altra cosa, anche a lui lo chiamano populista, fascista, comunista, terrorista ecc ecc… anche per questo ci ha detto di esserne certo, prima o poi vinceremo noi e, come lui in Bolivia, libereremo l’Italia.
A riveder le stelle *****

* portavoce in parlamento del M5S

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